domenica 25 agosto 2013

Il senso di Brahms per la realtà

Una volta finito di leggere questo articolo non ho potuto resistere dal proporvelo qui in versione integrale.

IL SENSO DI BRAHMS PER LA REALTA': UN VERO CAPOLAVORO

"Johannes Brahms ha scritto numerose Sonate per violino e pianoforte ma ne ha conservate soltanto tre, per le quali il termine capolavoro non è abusato. Sono opere della grande maturità, di una bellezza intensa e austera, e che costituiscono per gli interpreti un'occasione preziosa su cui misurare la propria capacità di comprensione, non tanto perchè pongano problemi tecnici insuperabili, quanto perchè, mettendosi a studiare con attenzione i mirabili spartiti, si nota quanto sia difficile impossessarsi e restituire a chi ascolta quella ardua chiarezza di un discorso musicale costruito dal dominio dell'intelligenza e della logica deduttiva.
Nella cospicua Sonata n. 2 op. 100 si percepisce un tale afflato, ad esempio nell'apertura tematica e nello sviluppo immediato del secondo movimento 'andante tranquillo', per cui le idee sembrano scaturire l'una dall'altra, con intima commozione. Ancheignorando le strutture formali della Sonata si sente un palpito del canto che sembra rasentare l'immediatezza di ciò che ognuno di noi ha in sé, ma deve attendere che qualcuno glielo sveli. Invece questo mirabile impulso nasce dal calcolo, sia pur sentimentale, perchè è il frutto di una strategia basata sulla scoperta del principio della melodia che non finisce mai perchè ciò che l'ascoltatore avverte come conclusione della frase è in realtà l'inizio della successiva. L'andamento sublime della melodia è pensato da Brahms come il cammino su una strada continuamente mutevole ma pur sempre la stessa. Può procedere piana, salire, scendere e addentrarsi nella campagna, nei boschi, sfiorare le città, ma l'impatto emotivo resta uguale, anche al cambiamento del paesaggio. A condizione, però, che quella strada sia calata in un ambiente che mai venga violentato o stravolto.
Ci fu all'epoca il grande contrasto con Wagner e sentendo questi pezzi, nella odierna, eletta esecuzione di due giovani musicisti armeni (Sergey e Lusine Khachatryan), si pensa come veramente Brahms sia stato l'uomo che cammina sulla terra con i piedi ben piantati e Wagner l'uomo del cielo, immenso certo ma difficile da osservare".

Tratto da Il Venerdì, 23 Agosto 2013 - Claudio Strinati

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